Sulla piazza chiamata oggi piazza Palazzo si erge il maestoso palazzo Margherita, fino al 2009 sede del Comune dell’Aquila. Il complesso, edificato alla fine del 1200, comprendeva il palazzo del comune, la camera aquilana e la residenza del capitano; la posizione venne scelta per imporre l’autonomia civile rispetto a quella religiosa che occupava la piazza del Mercato, ma l’obiettivo non fu raggiunto perché dal lato opposto il palazzo era fronteggiato dal complesso francescano e, nel XVI secolo, affiancato dall’insediamento gesuita. Nello stesso periodo venne profondamente restaurato per divenire residenza della governatrice Margherita d’Austria, a cui deve il suo nome. Il volume si articola in una corte centrale cui si accede da tre bracci disposti verso le tre piazze ed era originariamente caratterizzato da un porticato sui lati nord, est ed ovest e da una coppia di scale rampanti e divergenti sul lato sud, dove era situato l’ingresso principale, mentre al centro era una fontana. La posizione degli elementi architettonici era stata studiata per rendere scenografico l’impatto al visitatore.
Il palazzo attuale non corrisponde, se non in pianta, a quello del XVI secolo, ma è frutto di un nuovo restauro avvenuto tra il 1838 e il 1846 che ne ha stravolto l’impostazione, modificandone tra le altre cose l’accesso non più su via delle Aquile (dove la precedente piazza era stata cancellata per consentire l’allargamento del vicolaccio, ovvero via Sallustio) bensì su via Roma. I lavori si resero necessari dopo i danni del terremoto del 1703; il palazzo divenne quindi sede della Gran Corte degli Abruzzi e, successivamente, venne rinominato in Palazzo di Giustizia. Solo nel 1974 il Comune è tornato ad esser proprietario del Palazzo.
A lato di Palazzo Margherita, formando con quest’ultimo un unico complesso, si staglia la torre civica che rappresenta l’ultimo elemento superstite del trecentesco Palazzo del Capitano. La torre, che risultava già edificata al momento della seconda fondazione della città nel 1254, è stata anch’essa rimaneggiata; nel 1310 era alta circa 52 metri, mentre oggi è quasi la metà: subì infatti numerosi crolli dovuti a terremoti e nel caso del restauro del 1838 ne fu addirittura proposto l’abbattimento, poi sventato. Nel 1374, il capitano Tommaso degli Albizi vi fece collocare un orologio pubblico, uno dei più antichi d’Italia.
Alla sommità della torre erano inoltre collocate delle campane che scandivano la vita cittadina e avvisavano, un’ora dopo il tramonto, della necessità di chiudere le porte della città; erano inoltre utilizzate per richiamare l’attenzione pubblica sugli avvenimenti principali quali le riunioni del consiglio comunale. Una di esse venne trafugata dai reatini nel 1313 e recuperata solo nel 1320 e per questo motivo era provocatoriamente chiamata Reatinella. Insieme alla Campana di Giustizia e alla Campana della Sentenza, quest’ultima utilizzata durante le esecuzioni capitali, la Reatinella venne fatta cadere dagli spagnoli nel 1545 e successivamente fusa per produrre l’artiglieria del Forte spagnolo.
All’interno della torre, nei piani inferiori, si trova la cappella dedicata alla Madonna degli Angeli in cui i condannati trovavano conforto prima di scontare la loro pena e che custodiva fino al 2009 la Bolla del Perdono.
Sulla facciata principale, quella rivolta verso Piazza del Palazzo sono visibili, a partire dal basso:
• l’effigie dedicata a Giuseppe Garibaldi, ivi posta nel 1901 dagli operai aquilani;
• il primo esemplare di stemma dell’Aquila risalente alla fine del XIII secolo e costituito da uno scudo gotico contenente un’aquila di Svevia ad ali spiegate;
• lo stemma del casato di Carlo V, Re di Spagna;
• lo stemma di un capitano spagnolo;
• l’orologio che sostituisce dalla fine del XIX secolo quello originale.
La parete della torre che guarda verso piazza Santa Margherita, al lato opposto di Piazza del Palazzo, presenta invece una donna che reca un giglio e una serpe nelle due mani, come nello stemma di Cascia: per questo motivo tale stemma viene ricondotto al capitano Leone di Cecco da Cascia, cui tra le altre cose si deve la realizzazione delle mura cittadine.
Il palazzo presenta un elevato e diffuso danneggiamento, sono presenti lesioni di taglio di grave entità sulle murature, le volte interne sono fortemente danneggiate con gravi lesioni. La torre presenta lesioni a taglio maggiormente localizzate nella parte basamentale.
Above the square known as piazza Palazzo, the mighty palazzo Margherita rises, and it was the town hall of L’Aquila till 2009. The complex, built at the end of XIII century, included the town hall building, the aquilanian chamber and the residence of the captain; the location was chosen to impose the civil autonomy over the religious power placed in piazza del Mercato, but it didn’t succeeded because on the other side the building was faced by the franciscan complex and, in XVI century, by the jesuit settlement.
During the same period, the building was remodelled to become the residence of governor Margherita d’Austria, and it was named after her. The volume develops in a central court, with three entrances heading to the three squares; originally, there was a portico on the north, east and west sides, and also a couple of staircases on the south, leading to the main entrance; at the center stands a fountain. The position of the architectural elements was studied to increase the visual impact of the structure.
Nowadays, the map of the structure is the same of the original one (XVI century), although the building has been remodelled between 1838 and 1846. After that, the entrance was moved from via delle Aquile (where the previous square was demolished to enlarge via Sallustio) to via Roma. The reconstruction works became necessary after the earthquake in 1703; the building became the headquarters of the Gran Corte degli Abruzzi and, after that, was renamed Palazzo di Giustizia.
Only in 1974 the municipality acquired back the ownership of the Palazzo.
Aside Palazzo Margherita, forming one complex with it, stands the Torre Civica; it represents all that remains of Palazzo del Capitano (XIV century).
The tower, which was already built during the second foundation of the city in 1254, was remodelled too; in 1310 it was nearly fiftytwo meters tall (one hundred and seventy feet) but today it’s almost halved: many earthquakes damaged it during the years, and during the reconstruction works in 1838, someone proposed to demolish it, but at last it didn’t happen.
In 1374, Captain Tommaso degli Albizi put there a public clock, one of the most ancient in Italy.
On the top of the tower, there were bells setting the times of the day and they also warned the citizens to close the doors and windows of their houses one hour after sunset; they were also used to draw attention on the main events such as borough council meetings. One of them was stolen by the citizens of Rieti and rescued only in 1320; for this it has been provocatively called Reatinella (the pejorative name for the citizens of Rieti). Along with the Campana di Giustizia (“Justice Bell”) and the Campana della Sentenza (“The Sentence Bell” used for death penalties), the Reatinella was brought down by the Spanish in 1545 and later melted in order to make the Spanish Fort artillery.
Inside the tower, on the lower level, stands the bell dedicated to Madonna degli Angeli where the condemned ones used to pray and mourn before the executions and inside it we can also see the Bolla del Perdono (“the Forgiveness Seal”).
On the main side, the one pointing at Piazza del Mercato, we can see:
• The effigy dedicated to Giuseppe Garibaldi, put there in 1901 by the workmen of L’Aquila;
• The first example of emblem of L’Aquila, which dates back to the late XIII century and it shows a gothic shield whith an eagle of Svevia with spread wings in it;
• The emblem of the lineage of Carlo V, king of Spain;
• the emblem of a spanish captain;
• The clock replacing the original one since the late XIX century.
The wall of the tower pointing at Piazza Margherita, on the opposite of Piazza del Mercato, represents a woman with a lily and a snake in her hands, similar to the emblem of Cascia: for this reason, the emblem seems connected with captain Leone di Cecco da Cascia, who, among other things, built the walls of the city.
Auf dem Platz der heute der Palast-Platz genannt wird, ragt der majestätische Margerita-Palast hervor, der bis 2009 Sitz der Stadtverwaltung l‘Aquilas war. Der Komplex, welcher am Ende des 13. Jahrhunderts erbaut wurde, beinhaltete das Gebäude der Stadtverwal-tung, die aquilanische Kammer und die Residenz des Stadtführers. Die Position wurde ge-wählt um die zivile Autonomie neben der religiösen, die den Marktplatz besetzte herzu-stellen. Das Ziel wurde jedoch nicht erreicht, da auf der gegenüberliegenden Seite des Palastes der Franziskaner-Komplex lag und er ab dem 16. Jahrhundert vom Sitz der Je-suiten flankiert wurde.
In der gleichen Periode wurde der Palast grundlegend restauriert um zur Residenz der regierenden Margherita d‘Austria, der er seinen Namen verdankt, zu werden. Der Bau-körper hat einen zentralen Hof, der von drei Wegen die von den drei Plätzen hierher führen zugänglich ist. Er war ursprünglich charakterisiert durch einen Bogengang an der Nord-, Ost-, und Westseite und einer paarig angelegten Treppe an der Südseite, an welcher auch der Haupteingang lag. Im Zentrum war ein Brunnen. Die Position der architektonischen Elemente war bewusst so angelegt, um Besuchern einen imposanten visuellen Eindruck zu vermitteln.
Der heutige Palast entspricht bis auf dem Grundriss nicht mehr jenem des 16. Jahrhunder-ts, sondern ist das Ergebnis einer neuen Restaurierung, welche zwischen 1838 und 1846 stattfand und den Aufbau umgestellt hat indem unter anderem der Eingang an der Via delle Aquile (wo der zuvor vorhandene Platz entfernt wurde um die dortige Gasse zur Via Sallustio zu erweitern) an die Via Roma verlegt wurde. Diese Arbeiten wurden notwendig nach den Schäden durch das Erdbeben von 1703. Der Palast wurde hierauf zum Sitz des großen Gerichtshofs der Abruzzen und sukzessive zum Justizpalast umbenannt. Erst 1974 wurde die Kommune wieder Eigentümer des Palastes.
An der Seite des Margherita-Palastes und mit diesem eine Einheit bildend, hebt sich der Civica-Turm hervor, der das letzte verbliebene Element des Palastes del Capitano aus dem 14. Jahrundert darstellt. Der Turm, welcher bereits zur Zeit der zweiten Stadtgründ-ung im Jahr 1254 erbaut war, wurde ebenfalls umgebaut: 1310 war er ca. 52 Meter hoch, wogegen er heute fast nur noch halb so hoch ist, da er mehrfach aufgrund von Erdbeben einstürzte und im Rahmen der Restauration im Jahr 1838 wurde sogar der Abriss vorge-schlagen, was letztlich vereitelt wurde. Im Jahr 1374 lies der Stadtführer Tommaso degli Albizi eine öffentliche Uhr am Turm anbringen, die heute eine der ältesten Italiens ist.
Auf dem Gipfel des Turms waren außerdem Glocken angebracht, die das bürgerliche Leben einteilten und eine Stunde nach Sonnenuntergang die Notwendigkeit avisierten, die Pforten der Stadt zu schließen. Sie wurden zudem gebraucht um die öffentliche Auf-merksamkeit auf wichtige Ereignisse zu richten wie die Treffen des Stadtrates. Eine der Glocken wurde im Jahr 1313 von den Reatinern entwendet, konnte aber 1320 wiederer-langt werden; aus diesem Grund wird sie provokativ auch die „Reatinella“ genannt. Zu-sammen mit der Justizglocke und der Strafglocke, letztere wurde während Exekutionen genutzt, wurde die Reatinella 1545 durch die Spanier zu Fall gebracht und danach zwecks Produktion von Geschützen eingeschmolzen.
Im inneren des Turms, in den unteren Stockwerken, befindet sich einen Kapelle welche der Madonna degli Angeli gewidmet ist und in der die Verurteilten Trost fanden bevor sie ihre Strafe erhielten. In dieser Kapelle wurde auch das Siegel der Vergebung aufbewahrt.
Auf der Hauptfassade, welche zum Platz des Palastes zeigt, sind von unten an folgende Dinge ersichtlich:
• Das Bildnis welches Giuseppe Garibaldi gewidmet ist und dort von aquilanischen Arbeitern angebracht wurde;
• Das erste Exemplar des Stadtwappens von l‘Aquila welches aus dem Ende des 14. Jahrhunderts stammt und aus einem Schild mit einem schwäbischen Adler mit aus-gebreiteten Flügeln besteht;
• Das Wappen der Familie von Carlo V, König von Spanien;
• Das Wappen eines spanischen Führers;
• Die Uhr, die seit dem Ende des 19. Jahrhunderts die Originale ersetzt.
Die Mauer des Turms die zum Platz der Heiligen Margherita zeigt, auf der gegenüberlie-genden Seite vom Platz des Palastes, präsentiert dagegen eine Frau die in ihren beiden Händen eine Lilie und eine Schlange hält, wie im Wappen von Cascia. Aus diesem Grund wird dieses Wappen auf den Führer Leone di Cecco von Cascia zurückgeführt, dem unter anderem die Realisierung der Stadtmauern zugeschrieben wird.
Durch das Erdbeben verursachte Schäden und Stand der Rekonstuktion
Der Palast ist in hohem Grad und an verschiedensten Stellen beschädigt. Es sind Be-schädigungen von gravierendem Ausmaß an den Wänden vorhanden. Auch die inneren Decken sind stark beschädigt. Der Turm hat hauptsächlich im Bereich der Basis Schäden davongetragen.
En la actual Plaza Palacio se levanta el majestuoso Palacio Margherita, sede del Ayuntamiento de L’Aquila, hasta el 2009. El conjunto arquitectónico, edificado en el final del 1200, incluía el palacio sede del ayuntamiento, la “camera” de L’Aquila y la residencia del capitán; su posición fue elegida para imponer el poder civil sobre el religioso, impuesta en la Plaza Mayor. El objetivo no se logró, porque frente al Palacio Margherita había un conjunto franciscano y, en el siglo XVI, el establecimiento jesuita.
En el mismo período fue profundamente restaurado por llegar a ser residencia de la gobernadora Margherita de Austria, de la cual toma su nombre. La estructura tiene un patio en el interior, al cual se accede por tres brazos, colocados hacia las tres plazas y que originalmente estaba caracterizado por pórticos en los lados norte, este y oeste y por una doble escalera divergente en el lado sur; en el centro había una fuente. La posición arquitectónica de los elementos estaba estudiada para hacer más escenográfico el impacto visual para el público.
El Palacio actual no es, excepto por la planta, del siglo XVI, sino el resultado de una restauración del 1838-1846, que ha cambiado su planta, como la entrada, antes en calle de las Águilas (donde la plaza antecedente fue borrada para la ampliación de la calle, es decir, la calle Sallustio), después situada en calle Roma. Las obras fueron siguientes a los daños del terremoto del 1703. El palacio devino sede de la Gran Corte degli Abruzzi y, sucesivamente, llamado Palacio de Justicia. Solo en el 1974 el Ayuntamiento volvió a este sitio.
A lado de Palacio Margherita, formando un único conjunto con él, está la torre cívica, último elemento del Palacio del Capitán, del 1300. La torre, ya edificada en la segunda fundación de la ciudad del 1254, fue muy retocada: sufrió numerosos derrumbes por terremotos, y en la restauración del 1838 se propuso su derribo, aunque se evitó. En el 1374 el capitán Tommaso degli Albizi colocó en este lugar un reloj público, uno de los más antiguos de Italia.
En cima de la torre también había campanas, que marcaban la vida de los ciudadanos y avisaban de la necesidad de cerrar las puertas de la ciudad una hora después de la puesta del sol; eran utilizadas, además para llamar la atención pública hacia los acontecimientos principales, como las reuniones del consejo del Ayuntamiento. Una de las campanas fue robada por los habitantes de Rieti en el 1313 y, recuperada en el 1320, fue llamada de manera provocativa “Reatinella”. Con la Campana de la Justicia y la Campana de la Sentencia, utilizada en la pena capital, la “Reatinella” cayó por mano de los españoles en el 1545 y, sucesivamente fue fundida para la producción de artillería del Fuerte Español.
En el interior de la torre está la capilla de la Virgen de los Ángeles, donde los condenados buscaban consuelo antes de las penas y que custodiaba, hasta el 2009, la Bulla del Perdono.
En la fachada principal, hacia Plaza Palacio, se pueden ver desde abajo:
• a efigie dedicada a Giuseppe Garibaldi, puesta ahí en 1901, por los obreros de L’Aquila;
• el primer ejemplo de blasón de L’Aquila, del final del siglo XIII, constituido por un escudo gótico un águila de Svevia con las alas abiertas;
• el blasón de la estirpe de Carlos V, rey de España;
• el blasón de un capitán español;
• el reloj, que reemplaza desde el final del siglo XIX al original.
La pared de la torre dirigida hacia la plaza Santa Margherita, en el lado opuesto a la Plaza Palacio, presenta una figura de mujer que lleva en las manos un lirio y una serpiente, como en el blasón de la ciudad de Cascia: por eso se cree que el blasón sea atribuible al capitán Leone di Cecco de Cascia, que realizó los muros de la ciudad.